Nuova Galleria Morone presenta la mostra personale dell’artista Robert Pan (Bolzano, 1969) dal titolo Σταλακτίτης, la vita nella materia: un nuovo ciclo di opere inedite, esito degli ultimi due anni di lavoro.
La parola greca σταλακτίτης, stalattite, deriva dal verbo σταλάζω, che significa sgocciolare, una precipitazione lenta e continua, che nel tempo da forma a questo elemento straordinariamente affascinante e dalle conformazioni atipiche, non ascrivibili all’interno di un’unica tipologia estetica.
La materia e la stratificazione sono protagoniste anche nelle opere di Robert Pan, le quali prevedono un’accurata ed artificiosa operazione analitica, che consiste come primo procedimento nel far sgocciolare costantemente su supporti di reti, strati di pigmenti e resine, alternando la sovrapposizione dei materiali, alla corrosione, alla levigatura e lucidatura.
La materia diviene quindi condizione imprescindibile, tuttavia mentre nella formazione delle stalattiti l’elemento plasmante è l’acqua, nelle opere di Robert Pan, sono: il pigmento, la resina ed il fuoco, che diviene principio forgiante.
Un lento e continuo lavoro di addizione e sottrazione, che lo armonizza alle sequenze e ai tempi delle filosofie orientali: una sorta di mantra, che si ripete per mesi, anni, consentendo al colore ed alla resina di prendere consistenza, di solidificarsi, per poi venire smerigliati, alternando maggiore o minore levigatura, in modo che in alcuni punti ben precisi, gli elementi materici e simbolici emergano “dall’abisso” ed affiorino in superficie. Ecco apparire un universo di colori, forme, microorganismi, microcosmi di infinite tonalità, che ci consentono di viaggiare con gli occhi, ma anche con l’immaginazione, conducendoci in mondi altri, forse siderali, lontani anni luce, oppure più vicini, presenti dentro ognuno di noi, nel profondo delle nostre visioni oniriche o dei nostri occhi e che Robert Pan riesce a far riemergere.
Robert Pan lavora da venticinque anni con la resina, creando mondi.
Peter Weiermair lo definisce un alchimista del colore e Danilo Eccher un poeta “dell’incertezza della percezione e dell’apparenza”.
Le sue opere sono oggetti colorati, sempre frutto di un processo di produzione sperimentale. Pur rimanendo formalmente astratte, ricordano le forme macro e micro della natura, i paesaggi celesti o le strutture geologiche e lasciano spazio all’immaginazione.
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