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Eros Bonamini

Eros Bonamini (Verona 1942-2012) esordisce come artista negli anni Settanta esponendo dal 1975 alla Galleria dello Scudo e alla Galleria Ferrari di Verona.

La sua ricerca è basata sulla rappresentazione del tempo tramite l’utilizzo di tecniche molto diverse fra loro che lasciano ciascuna un segno impresso sui materiali, effettuando, così, una registrazione del tempo effettivo del fare.

Nel 1975 nascono le Cronotopografie: scritture di spazio e tempo attraverso una sequenza di motivi semplici, introducendo l’elemento verbale della narrazione del tempo.Tra il 1975 e il 1978 realizza le serie dei cementi, dei nastri e degli inchiostri, studiando il processo di indurimento e di assorbimento dei materiali. All’inizio degli anni Ottanta sperimenta la capacità della tela di impregnarsi di colore, per contatto o per iniezione. Nel 1983-1984 le opere sono più articolate, con colori, segni, scritture e gesti. Successivamente si assiste ad una progressiva rarefazione delle scritture per lasciare il posto, nei primi anni Novanta, ad opere di grandi dimensioni su cui compiere un’azione variabile; opere che vengono accostate o sovrapposte sulla parete.

Dal 2000 la ricerca artistica di Eros Bonamini prosegue in diverse direzioni accomunate da una tendenza alla semplificazione con segni minimali, in assenza quasi totale di colore, impressi con forza su superfici specchianti e deformanti che coinvolgono direttamente lo spettatore nel processo di fruizione spazio-temporale dell’opera.

Di lui hanno scritto, tra gli altri: M. Bertoni, I. Bignotti, L. Caramel, C. Cerritelli, G. Cortenova, E. Crispolti, I. Del Guerra, L. Magagnato, M. Meneguzzo, F. Menna, P. Nuzzo, L. Panaro, C. Rigolli, A. M. Sandonà, F. Tedeschi, T. Toniato, A. Veca.

Le sue opere si trovano in prestigiose collezioni pubbliche e private, tra le quali si ricordano la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea A. Forti di Verona, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il Mart di Rovereto, il Museion di Bolzano, la Collezione AGI Verona, la Collezione VAF-Stiftung di Francoforte.