Nuova Galleria Morone presenta Hypothesis (per una Collezione), un’esposizione dinamica, in continua evoluzione – divisa in tre atti – che terminerà nel mese di Luglio. Esponendo le opere degli artisti che in dieci anni hanno collaborato ed esposto in galleria dal 2011 ad oggi e nuove proposte, la Nuova Galleria Morone si propone di offrire nuove idee e prospettive collezionistiche. Attraverso un confronto visivo dei vari linguaggi della contemporaneità, le opere di Hypotheis (per una collezione) – Atto II – dialogheranno tra di loro sulla pittura nelle sue varie sfaccetature. La mostra – Hypotheis (per una collezione) – Atto II – sarà visitabile negli spazi della Nuova Galleria Morone dal 7 al 25 Giugno 2021.
Hypothesis inteso come ipotesi, supposizione ed idee per collezionare; un punto di partenza per il processo di una ulteriore rielaborazione e dibattito fruitivo davanti alle opere. Ogni linguaggio possiede un personale codice comunicativo, ogni immagine è portatrice di uno specifico messaggio che deriva dall’ambiente culturale all’interno del quale si è sviluppato e dalla sua funzione. Saper leggere un’opera, sia essa un dipinto, scultura o installazione, fotografia, significa principalmente decodificarne i messaggi attraverso l’uso del linguaggio visivo.
Tra dubbi, incertezze e paure, in questo periodo – ormai lungo – l’unico punto di riferimento è stata la casa. Rivelatasi rifugio, è tornata ad essere luogo da vivere ed abitare, luogo da amare e di cui prendersi cura. Pareti vuote, spazi incompleti, muri disadorni. Il nostro intento – a seguito di una attenta riflessione – è proporre e condividere, in tre Atti, opere alla ricerca di una rinascita, siano esse tra le pareti della galleria, scrutate da occhi di visitatori curiosi o tra le mura di una casa, cullate da sguardi consapevoli.
Il secondo appuntamento o atto vedrà protagonisti gli artisti con il loro fare pittorico. Un dialogo che spazierà dalla pittura figurativa di Domenico Grenci, Enrico Minguzzi, Alessandro Saturno; all’astrazione di Marco Andrighetto e Antonio Marchetti Lamera, per confluire all’installazione pittorica di Giovanni Blanco e Marco Grimaldi, fino ad una pittura che dalla tela si rivela scultura di Nataly Maier.
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