Back to top
http://www.nuovagalleriamorone.com
STRUTTURAZIONE E RISTRUTTURAZIONE | MARCO FERRI – MARCO ANDRIGHETTO

Nuova Galleria Morone presenta Strutturazione e Ristrutturazione, progetto espositivo dei lavori di MARCO FERRI e MARCO ANDRIGHETTO che si muove su due concetti contigui, a cura di Marcello Carriero.

Strutturazione significa, infatti, provvedere a una disposizione di elementi secondo un progetto che si risolve in una entità concreta, organizzata in ritmi ed equilibri, nonché in consistenze di diversa natura per definire una unità compatta.
Ristrutturazione, invece, è un insieme di interventi con cui si dà nuova consistenza a organizzazioni preesistenti, in relazione a determinate esigenze, mediante innovazioni che danno alla struttura qualità originarie o nuove, approntando operazioni di ripristino di alcuni elementi costitutivi o inserendone altri nuovi. Possono essere intesi anche come due termini consequenziali poiché il secondo non ha ragione d’essere senza il primo.
Questo si può dire anche della pittura, antico linguaggio bisognoso di rinnovo e, al tempo stesso, di recupero di qualità rese fatiscenti o del tutto demolite dalla cultura contemporanea. Questa mostra però non vuole affrontare un recupero o un restauro quanto, piuttosto, stilare una stima dei danni. Il rinnovo, infatti, avviene sempre per via del riconoscimento di una crisi cui succede una nuova destinazione d’uso. La strutturazione vede un sostegno nel contributo delle parti a un tutto uniforme. La ristrutturazione vede in quelle parti la traccia di una modalità imprescindibile, uno schema cui riferirsi per agire nel nuovo. Nell’uno e nell’altro caso vediamo allestire due cantieri: uno basato sul mantenimento della fragranza dell’idea nella forma, l’altro sull’efficacia del suo ritorno. Questi due cantieri sono la metafora di una generazione e di una rigenerazione, in cui è centrale il passaggio dalla maceria alla rovina, dallo sgomento per il crollo alla contemplazione di ciò che resta. Nella logica dello sguardo si può carpire il funzionamento sia di elementi stabili, sia delle varianti precarie. Di comprenderli nell’attimo in cui agiscono nel tempo e nello spazio. Questi due artisti elaborano, ciascuno a modo proprio, questa metafora in modo fortemente attuale, un modo che riguarda, infondo, il ristabilirsi dell’integrità strutturale della dignità umana attraverso il risarcimento della centralità dell’opera nel discorso dell’arte.

Marco Ferri (Tarquinia 1968) evoca il fascino di antiche superfici murarie di cui racconta la storia con spellature e allentamenti. Ferri fa collassare la stabilità anodina dell’immagine rendendo l’oggetto instabile, sostituendo, così, la fissità del prodotto finito con le infinite possibilità della materia di porsi a servizio della ripetizione del segno o dell’assoluto monocromo.
Marco Andrighetto (Treviso 1979) porta questa prassi al limite del decollage, risparmiando gli aspetti narrativi presenta il quadro come evento in disfacimento che segna, col crollo, la fine della compattezza del rapporto dialettico tra segno e superficie. Nel primo caso siamo difronte alla strutturazione di una memoria dell’ornamento e del monocromo nell’astrazione, elementi assoluti della prova cromatica. Nel secondo ci si accorge dell’incoerenza del piano, del suo disfacimento, della labilità di ogni assetto coerente. Due casi in cui la pittura e l’oggetto quadro non sono racchiusi nella dichiarazione di una prassi quanto piuttosto aperti al transito del tempo di cui l’artista registra i modi di manifestarsi. Questa mostra, pertanto, non è un dialogo tra Ferri e Andrighetto quanto, piuttosto, un movimento dell’uno verso l’altro e viceversa.

INAUGURAZIONE:
11 maggio 2023
DATE MOSTRA:
11.05 | 07.07.2023
A cura di:
Marcello Carriero
ARTISTI:
Marco Andrighetto | Marco Ferri
Category:
Mostre, Passata