Un nuovo Corpus costituito da opere, prevalentemente di piccole dimensioni, che si articola in una sorta di costellazione di luci e forme, nel quale ogni singolo lavoro è un appunto dell’artista, o meglio un approdo mai definitivo, una fine che porta ad un nuovo inizio.
“Satelliti in Attesa” nasce dalle spoglie di un’altra serie i “Diari” un gruppo di circa 300 disegni che l’artista ha sviluppato negli ultimi due anni.
In entrambe i progetti le forme e i segni sono emerse giornalmente, spontaneamente, come immagini preesistenti nella mente dell’artista che necessitavano un espressione fisica. Quasi una necessità fisica d’espressione, che l’artista placa nell’esercizio quotidiano del gesto artistico. Un alfabeto segreto e intimo, riconoscibile e traducibile solo dall’artista espressione di questa continua voglia dii fermarsi e guardarsi dentro in attesa di una rivelazione. Ecco quindi che la capacità illusoria della pittura di condurci in un mondo immaginifico si concreta in qualcosa che attrae e magnetizza la percezione dello spettatore, avvicinandolo, per quanto possibile, a quel nobile processo che trasforma ogni volta un pensiero in lessico ed emozione.
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