Appropriarsi o riappropriarsi di uno spazio, per delimitare, allargare o rioccupare i confini fisici delle opere. Per gli spazi esterni creo sculture in ferro che assemblano “brani” di forme geometriche (che lo spettatore può completare o prolungare col pensiero), per gli interni esercito questo diritto, completando e prolungando i lavori con rotazioni, aperture, accenni di prospettiva. La forma geometrica dell’opera non basta a se stessa e necessita un ampliamento, come nel caso di una “proiezione” o di un’ apertura “a libro” o di un prolungamento che pare sfondare la stanza, entrare in quella vicina o soprastante. L’ opera non solo invade lo spazio circostante, bensì in parte lo accoglie riflettendo sulla superficie verniciata e lucida che ricopre l’acciaio. Alla forza espansiva va di pari in passo dunque anche una parte comprensiva, così come la rigorosa dualità del bianco del nero comprende anche l’eccezione passionale del colore rosso. La superficie, il processo e lo spazio sono dunque direttrici su cui si muovono, in un verso o in un altro, il discorso oscilla tra espansione e contrazione, tra apertura e chiusura, tra caos e ordine. Ogni elemento compositivo diventa sostanza impalpabile, luminosità riflettente e assorbente, essenza in perenne ricerca di equilibrio e direzionalità.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.